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Oli vegetali puri per usi energetici: il modello circolare di Cereal Docks

31 Luglio 2023
Tempo di lettura: 1 min

Dal metano all’olio vegetale per produrre l’energia necessaria a realizzare farine e oli derivati da semi oleosi in un’ottica circolare e sostenibile. Questo il progetto di Cereal Docks testato con successo nello stabilimento di Camisano Vicentino nelle scorse settimane per generare il vapore necessario per i processi produttivi senza ricorrere a fonti energetiche fossili come il metano, con una resa energetica paragonabile.

L’olio vegetale puro utilizzato nel processo produttivo deriva in particolare dalla lavorazione di soia non-ogm, di cui l’Italia risulta essere il principale produttore europeo, con circa 1 milione di tonnellate provenienti dall’agricoltura nazionale.

Circa l’80% della soia nazionale trova applicazioni nel settore zootecnico, come farina vegetale proteica mentre una piccola quota è rappresentata dalla lecitina di soia, utilizzata soprattutto nell’industria alimentare e dolciaria. Infine, una quota trascurabile di olio di soia è destinata all’alimentazione zootecnica ed alimentare.  

Dal processo di lavorazione di questi prodotti deriva, oltre alla frazione proteica, anche l’olio di soia, che rappresenta in termini di massa/peso circa il 18% del peso del seme di soia trasformato. In Italia, solo una piccola parte di questo olio di soia viene impiegato per l’uso alimentare, preferendo l’olio d’oliva e quello di girasole.

L’olio di soia rappresenta dunque un “sottoprodotto”, e la filiera nazionale agro-energetica dei biocarburanti può essere un’opportunità per creare nuove sinergie tra diversi settori economici: agricoltura, industria di prima trasformazione dei semi, industria mangimistica, offrendo al contemporanea una valida soluzione per diminuire la dipendenza dai prodotti petroliferi e quindi una modalità per contribuire ad una maggiore autosufficienza energetica in chiave di fonti energetiche rinnovabili. I biocarburanti, oltre ad essere una fonte rinnovabile, sono sostenibili perché garantiscono un risparmio di emissioni di gas serra di circa il 55%. 

Dare il giusto valore alla filiera degli oli vegetali per generare biocarburanti significa anche evitare sconvolgimenti negli equilibri dei seminativi, sfruttando una leguminosa poco idrovora come la soia, largamente deficitaria, necessaria alle filiere zootecniche e con un “vero sottoprodotto” come l’olio che ne deriva.

Lo sviluppo di una filiera nazionale dei biocarburanti rappresenta inoltre un’opportunità di reddito importante per le aziende agricole, in particolare grazie a contratti di filiera. Si tratta di un modello che ha dimostrato di promuovere l’integrazione della filiera agro-energetica, programmando gli approvvigionamenti di materia prima, razionalizzando gli aspetti industriali e logistici, regolando i rapporti di fornitura, incentivando a produrre secondo standard rigorosi.

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