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Materie prime in calo ma spesa alimentare elevata. Fanin: “Possibili diminuzioni da settembre”

26 Giugno 2023
Tempo di lettura: 3 min

Continuano ad aumentare i prezzi al consumo del carrello della spesa degli italiani, nonostante i costi delle materie prime abbiano da qualche mese invertito la tendenza.

In un approfondimento su Il Giornale di Vicenza, la giornalista Cinzia Zuccon ha intervistato il Presidente di Cereal Docks Mauro Fanin per chiarire le dinamiche economiche che ritardano una discesa robusta dei prezzi al dettaglio.

Lo spunto è arrivato dal consueto incontro con l’analista Marco Maraldi dedicato all’aggiornamento sui principali trend del mercato delle materie prime agricole, tenutosi nel quartier generale di Cereal Docks di Camisano, che ha confermato una discesa ai livelli del 2019 dei prezzi delle materie prime agricole nel mondo, da cui l’Italia dipende per oltre il 60%, a fronte di una crescita dei prezzi del carrello della spesa rilevata da Istat che, pur registrando un rallentamento (da +11,6% a +11,2%), restano molto elevati.

Una possibile interpretazione di questa situazione può venire anche dalle dinamiche del mercato delle commodity agricole e dalla situazione geopolitica.

Negli ultimi due anni i prezzi delle materie prime agricole hanno segnato due picchi: il primo in corrispondenza della pandemia, quando la Cina ha puntato strategicamente su un aumento molto importante delle proprie scorte. Da questa prima ripresa dei prezzi si è poi arrivati allo scoppio della guerra e al blocco navale delle esportazioni ucraine che ha determinato un secondo picco e un livello di prezzi record.

Con il tempo il blocco navale è stato superato e sono stati aperti anche nuovi corridoi via terra, contribuendo ad una prima discesa dei prezzi, che sono ulteriormente crollati sotto i livelli del 2019 dopo che altri Paesi esportatori dell’Est Europa, che avevano fatto scorte ingenti di materie prime in previsione di siccità e problemi determinati dalla guerra, hanno immesso anche la loro merce sul mercato, producendo un ulteriore ribasso.

A determinare un ritardo nella discesa dei prezzi al consumo è la dinamica di acquisto delle industrie di grande trasformazione e della grande distribuzione organizzata. “L’acquisto di rifornimenti delle grandi imprese viene programmato con mesi d’anticipo – spiega Mauro Fanin nel corso dell’intervista –. Per questo i prodotti che oggi si trovano nei supermercati non hanno la possibilità di incorporare i prezzi attuali ma scontano ancora gli acquisti di materia prima a caro prezzo. Tuttavia, se non interverranno nuovi fattori esogeni, c’è da aspettarsi che da settembre i prezzi tornino a riallinearsi con quelli delle materie prime”.

In conclusione, l’auspicio di Fanin è che, dopo tre anni di turbolenze dei prezzi, sia necessario individuare nuovi interventi per facilitare una maggiore velocità nelle correzioni a ribasso dei prezzi, per non rischiare che la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori si traduca in un conseguente calo dei consumi.


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