Un’agricoltura capace di nutrire, mitigare e innovare: questo il filo conduttore del convegno che ha aperto l’edizione 2025 di INNCAMPO, l’evento tecnico-divulgativo promosso da Cereal Docks che si è dimostrato un importante momento di confronto interno alla filiera su innovazioni tecnologiche, buone pratiche agricole e formazione.
La giornata ha registrato una partecipazione straordinaria di pubblico, confermando l’interesse crescente verso i temi della sostenibilità in agricoltura. Oltre al convegno, i partecipanti hanno potuto visitare un’ampia area espositiva con oltre 50 partner tecnici, presenti con soluzioni e tecnologie tra le più innovative attualmente disponibili sul mercato.
A introdurre i lavori del convegno è stato Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario, che ha ricordato come la rivista, dal 1945, racconti l’evoluzione delle imprese agricole. “Oggi – ha detto – il vero motore del cambiamento è l’innovazione. C’è una nuova attenzione nei confronti del suolo, e non solo per la sua funzione produttiva: la normativa europea in materia di suolo è in evoluzione, con l'obiettivo principale di garantire suoli sani in tutta l'Unione Europea entro il 2050. È una sfida concreta, e riguarda da vicino gli agricoltori, che più di chiunque altro vivono ogni giorno gli effetti del cambiamento climatico e della degradazione del suolo.”
Un fenomeno, quello climatico, che Serena Giacomin, climatologa e divulgatrice scientifica, ha raccontato con chiarezza e rigore: “Le immagini satellitari ci mostrano un Mediterraneo che si colora sempre più di rosso. Le temperature salgono, le precipitazioni diventano meno frequenti ma più intense: ci muoviamo sempre più spesso tra estremi. A Jesolo, ad esempio, le medie climatiche degli ultimi trent’anni indicano massime intorno ai 27 gradi, ma ormai consideriamo ‘normali’ anche temperature di 33 gradi. Di fronte a uno scenario in cui l’aumento delle temperature globali appare ormai inevitabile, il settore agricolo può e deve essere parte della soluzione: non solo adattandosi agli impatti del clima che cambia, ma contribuendo attivamente alla mitigazione”.
Un concetto chiave, quello dell’adattamento, che chiama in causa il ruolo dell’agricoltura come presidio del territorio. Lo ha sottolineato anche il Sindaco di Jesolo Christofer De Zotti, esprimendo orgoglio per l’identità agricola del territorio e preoccupazione per eventi estremi sempre più frequenti, come le alluvioni. “Serve collaborazione tra istituzioni e imprese per mettere in sicurezza il territorio – ha detto – e per dare continuità a uno sviluppo che non rinunci alle sue radici.”
Un passaggio, questo, ripreso e rilanciato dal Senatore Luca De Carlo, Presidente della 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, che ha ricordato come “oggi non si possa più fare agricoltura come cinquant’anni fa. Servono aziende strutturate, in grado di affrontare le sfide del mercato e dei costi. La politica – ha aggiunto – sta facendo la sua parte: abbiamo annunciato il Piano “Coltiva Italia”, oltre un miliardo di euro a sostegno di agricoltura e zootecnia, e puntiamo su strumenti innovativi come le TEA, che nulla hanno a che vedere con gli OGM, ma che possono aiutare a ridurre l’uso di fitofarmaci e aumentare la produttività. L’obiettivo è uno solo: sostenere l’agricoltura che vogliamo, anche attraverso ciò che scegliamo di mettere nel carrello.”
Di TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) ha parlato anche il Prof. Michele Morgante, genetista, che ha tracciato i contorni di una delle innovazioni più promettenti in campo agricolo: “Le TEA ci permettono di modificare le piante in modo preciso e sicuro, con modifiche del tutto indistinguibili da quelle che si otterrebbero con la selezione naturale. Il vero limite, oggi, è normativo. Eppure, con queste tecniche potremmo ottenere piante più resistenti ai patogeni, più efficienti nell’uso di acqua e azoto, più performanti dal punto di vista della fotosintesi e, un domani, forse anche meno problematiche per chi soffre di intolleranze alimentari.”
Un approccio coraggioso e pragmatico è anche quello raccontato da Andrea Pietrobelli, attraverso l’esperienza di agricoltura rigenerativa di Cereal Docks presso l’azienda agricola Cà Felicita. “Non facciamo una sperimentazione estrema – ha spiegato – ma testiamo metodi sostenibili e replicabili, che puntano sulla redditività delle aziende e sulla salute del suolo. Sovescio, semina su sodo, rotazioni colturali: abbiamo ottenuto risultati concreti, sia in termini ambientali (meno emissioni, meno azoto, meno lavorazioni) che economici. La chiave? Un approccio scientifico e misurabile. Per questo il progetto si è aperto a un gruppo di aziende pilota: vogliamo dimostrare che si può fare anche fuori dalla nostra realtà, e farlo insieme.”
Ancora Giacomin è tornata a parlare di percezione del rischio, sottolineando quanto sia importante ripensare il concetto stesso di rischio in agricoltura: “Non possiamo più permetterci di ignorarlo. Il rischio climatico va valutato, gestito e trasformato in opportunità adottando strategie di mitigazione e adattamento. E questo richiede un cambio culturale, una maggiore interconnessione tra tecnologie, dati, ricerca interdisciplinare e decisioni politiche.”
In chiusura, Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks, ha rivolto un messaggio alle nuove generazioni, ricordando che il futuro dell’agricoltura dipenderà dalla capacità di lavorare insieme, condividere conoscenze e investire in formazione e informazione. “Non esistono soluzioni magiche – ha spiegato – ma la condivisione di esperienze, la capacità di ascolto e il lavoro in rete possono aiutarci a costruire una nuova visione dell’agricoltura. Una visione all’altezza dei tempi, e delle sfide che ci attendono.”