Una coltura, molte filiere e un’occasione da non perdere. Si tiene oggi, nella cornice istituzionale della Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, l’incontro su “Il valore della filiera della soia”, promosso dal Senatore Luca De Carlo. Al centro della discussione, il potenziale strategico della soia italiana per rafforzare l’agroalimentare nazionale, supportare la transizione energetica e costruire un modello produttivo più sostenibile.
Il dibattito, moderato da Andrea Cabrini, direttore di Class CNBC e condirettore di Milano Finanza, coinvolge i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni del settore, dell’industria agroalimentare e dei principali attori della filiera agroindustriale, con l’obiettivo di riflettere sul contributo che la valorizzazione della soia può offrire in un’ottica di maggiore autosufficienza e resilienza del sistema Paese.
L’Italia è oggi il primo produttore europeo di soia non OGM, con una filiera consolidata che coinvolge l’agricoltura, l’industria alimentare, la zootecnia, l’energia. Un patrimonio di competenze e investimenti che può essere ulteriormente potenziato per rispondere a tre grandi priorità strategiche: la sicurezza alimentare, la transizione energetica e la sostenibilità ambientale.
La filiera della soia nazionale garantisce oggi oltre 1,1 milioni di tonnellate di semi coltivati per la produzione di farine proteiche e altri ingredienti ad alto valore nutrizionale e funzionale. Una quantità importante, ma largamente insufficiente rispetto alla domanda che si attesta a circa 3,7 milioni di tonnellate. La qualità delle produzioni italiane si distingue per gli elevati standard grazie alla tracciabilità, all’assenza di OGM, a pratiche agronomiche virtuose e agli accurati controlli lungo tutta la catena del valore.
Oltre l’80% della soia trasformata in Italia è destinata alla zootecnia sotto forma di farine vegetali proteiche, fondamentali per la produzione di alimenti di origine animale di qualità. Ma una parte significativa del valore della soia si estende anche ad altri segmenti: dalle applicazioni alimentari più innovative, come bevande proteiche vegetali, integratori, farine funzionali, fino alla produzione di emulsionanti come la lecitina.
L’olio di soia, d’altra parte, rappresenta oggi una risorsa preziosa anche per il settore energetico. Considerato un sottoprodotto strutturale del processo di trasformazione dei semi, l’olio può essere valorizzato come bioliquido rinnovabile per la generazione di energia elettrica e termica, o come materia prima per la produzione di biocarburanti avanzati, contribuendo alla decarbonizzazione del comparto dei trasporti e alla stabilizzazione del sistema elettrico nazionale.
Nel mezzo delle tante crisi geopolitiche, della volatilità dei mercati e degli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, la filiera della soia può rappresentare un modello di sviluppo integrato e sostenibile, capace di rafforzare l’autonomia dell’Italia in settori chiave come l’alimentazione e l’energia.
Per valorizzare al meglio questa potenzialità è necessario però promuovere politiche di supporto mirate, incentivi all’innovazione e strumenti per valorizzare le pratiche agricole rigenerative, in grado di aumentare la fertilità dei suoli, ridurre l’uso di input chimici e migliorare l’assorbimento di carbonio atmosferico.
Il dibattito al Senato è l’occasione per presentare dati, evidenze e proposte di policy per sostenere la crescita della soia italiana, rafforzare la competitività delle sue filiere e costruire un modello agroindustriale più resiliente, efficiente e orientato al futuro.