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Il settore cerealicolo tra volatilità e “permacrisi”: come affrontare le nuove sfide

05 Giugno 2023
Tempo di lettura: 5 min

Volatilità delle quotazioni, aumento dei costi di produzione, inflazione, effetti del cambiamento climatico e competizione internazionale: come possono gli agricoltori italiani affrontare le nuove dinamiche che influenzano il mercato dei seminativi evitando ripercussioni sul proprio reddito?

Alcune delle possibili risposte sono arrivate dal convegno “Il valore delle produzioni italiane”, organizzato dalla Cooperativa Giulio Bellini presso la Tenuta Garusola a Filo (Ferrara) lo scorso 11 maggio. La soluzione prospettata nel corso degli interventi è quella innanzi tutto di operare in un’ottica di aggregazione, tenendo come bussola il valore d’uso dei prodotti seminativi.

Dopo i saluti iniziali portati da Sante Baldini, presidente onorario e direttore generale della Coop Bellini, che ha ricordato come tracciabilità, innovazione e qualità siano oggi elementi necessari per salvaguardare il valore aggiunto delle produzioni, l’esperto di mercati cerealicoli Jean Philippe Everling ha sottolineato la forte instabilità dei mercati e le ricadute negative sulle quotazioni delle commodity agricole.

La difficoltà di prevedere l’andamento dei mercati è stata evidenziata anche da Enrico Zavaglia, Trading Manager di Cereal Docks, che ha parlato della “permacrisi” che ha afflitto il settore nel corso degli ultimi anni, cioè della volatilità permanente delle quotazioni sui mercati e dell’influenza costante della geopolitica e delle crisi finanziarie e di sistema sulle dinamiche di prezzo del settore: a cominciare da fenomeni come imposizione di dazi, lockdown, guerre e fallimenti bancari.

Pensavamo che i mercati in reazione alle vicende della guerra dei dazi, della pandemia, dell’invasione russa dell’Ucraina ci avessero già fatto vedere quasi tutto negli ultimi quattro anni, ma forse stiamo ancora andando in territori inesplorati. Esplosione dei prezzi, inflazione, calo o rallentamento dei consumi sono fenomeni che hanno determinato un senso generale di ansia ed incertezza che hanno probabilmente favorito gli atteggiamenti dirigisti di Governi di paesi esportatori ed importatori che hanno utilizzato spesso misure altalenanti tra la difesa degli interessi industriali, la difesa delle scorte ed il controllo dei prezzi interni”.

In questo contesto diventa quindi fondamentale, produrre in modo più efficiente sviluppando forme di agricoltura di precisione, sfruttando il contributo del miglioramento genetico e della digitalizzazione delle filiere agricole e puntando su sostenibilità energetica e produzioni a basso impatto e da fonti rinnovabili.

In chiusura, nel corso del confronto finale è emersa la necessità di dare un valore aggiunto a cereali e proteoleaginose ragionando in un’ottica di filiera, aumentare l’aggregazione e liberare gli agricoltori italiani dai cavilli burocratici e dalle complicazioni legate ad esempio alla nuova Pac.

Guarda il video del convegno


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